Anche se l’approccio UX è sempre più incentrato su elementi standardizzati e accessibili, il valore che possiamo portare deriva dall’indirizzamento di problemi più profondi, come l’analisi della complessità dei sistemi aziendali, la strategia e contestualizzazione del marchio e l’accessibilità per tutti gli utenti.
Anche se le interfacce possono sembrare uniformi, abbiamo ancora il potere di influenzare positivamente le nostre organizzazioni concentrandoci su queste sfide e avere una visione più olistica dall’ideazione alla consegna.
Design, business ed etica: la trasformazione dei designer nell’era dell’imprenditorialità
Per poter difendere gli utenti in un mercato sempre più orientato ai risultati è necessario che i team di UX/UI e CRO siano sempre più coesi e multidisciplinari. Non basta più offrire una solida esperienza utente, ma serve comprendere come funziona il business che si sta trattando per renderci più efficaci e aiutare gli utenti a ottenere quello di cui hanno bisogno e per prevenire decisioni aziendali non etiche.
I designer possono diventare dei promotori del business all’interno delle proprie organizzazioni, oppure possono creare i business che desiderano guidare. Stiamo entrando in un’era di imprenditorialità nel design.
Ragionare ad ampio spettro e considerare nuove metriche per gli A/B Testing
Le aziende che si affidano principalmente agli A/B test per prendere decisioni di design talvolta scelgono modelli con pattern ingannevoli come i più riusciti (ad esempio, le paywall coercitive sono la norma per qualsiasi piattaforma di contenuti, mentre i servizi ad abbonamento possono essere inutilmente difficili da cancellare).
Cosa fare, quindi? Ridefinire i problemi di design e d’interfaccia come problemi di governance per affrontare sfide più profonde e sistemiche all’interno delle organizzazioni, analizzarle e offrire delle soluzioni che garantiscano risultati alle aziende ma siano vicine anche agli utenti. Perché la fiducia dell’utente è una risorsa limitata.
