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Progressive Web Apps: la svolta in materia di applicazioni

È passato più di un anno da quando Google ha pubblicato un articolo in cui sostiene di considerare l’indice mobile come principale e quindi fare uno switch da una valutazione del sito “desktop first” ad una mobile first.

Durante l’ultima settimana di ottobre però Gary Illyes (Webmaster Trends Analyst di Google), all’SMX East Conference di New York, ha dichiarato che il roll-out è lentamente iniziato per pochi (probabilmente milioni) di siti.

Mobile First

I dispositivi mobili sono un bisogno primario: sono gerarchicamente superiori alla vita sociale “reale”, alle vacanze e al piacere di cenare al ristorante per circa 1 persona su 2.

Secondo comScore, l’Italia ha circa il 20% di utenti solo mobile, e il numero di Paesi con percentuali molto alte è in forte e costante crescita. L’Indonesia, ad esempio, è costituita per il 15% da utenti desktop, un altro 15% da multi piattaforma, il restante 70% da utenti “mobile only”.

Il motivo per cui stiamo assistendo a una rivoluzione del genere è data dal fatto che i dispositivi portatili siano diventati un bisogno primario dell’uomo. Secondo una ricerca di Boston Consulting Group (BCG), infatti, gli utenti sarebbero disposti a rinunciare ad alcuni bisogni basilari piuttosto che abbandonare i propri device. Qualche esempio?

Utilizzo del tempo mobile: % di share tra Browser e App

Il 64% del tempo trascorso online dagli italiani si fruisce in mobilità: di questa percentuale, l’87% si fruisce tramite App.

Secondo una ricerca di comScore di Gennaio 2017 sono tantissimi i Paesi che hanno oltrepassato il 50% di traffico Mobile ed alcuni hanno addirittura superato il 60%:

  • Indonesia = 91%
  • Messico = 75%
  • Brasile = 72%
  • USA = 71%
  • Cina = 71%
  • Spagna = 67%
  • Italia = 64%
  • Canada = 62%
  • UK = 61%

L’aspetto migliore e le funzionalità aggiuntive delle app, coinvolgono maggiormente gli utenti che trascorrono all’interno di esse la maggior parte del tempo:

  • Indonesia = 90%
  • Messico = 91%
  • Brasile = 89%
  • USA = 87%
  • Cina = 99%
  • Spagna = 88%
  • Italia = 87%
  • Canada = 86%
  • UK = 82%

Differenze principali tra “siti mobile” e “app”

Mentre i siti web offrono grandi possibilità di scoprire nuovi contenuti, le app fidelizzano l’utente e lo trattengono per un tempo maggiore.

Analizzando le TOP 1.000 app ed i TOP 1.000 siti web mobile è emerso che:

  • Il numero di visitatori unici per le app è del 64% inferiore rispetto ai siti web mobile;
  • La media di minuti per visita delle app è di 188 rispetto ai 9.3 dei siti web (quasi un 2000% in più).

Uno dei motivi per cui questo può accadere è strettamente legato alle basse performance, infatti:

  • Il 53% degli utenti abbandona un sito che ci mette più di 3 secondi a caricare;
  • Le conversioni si riducono del 7% per ogni secondo di ritardo nel caricamento della pagina.

PWA = Un perfetto punto di incontro tra “Mobile” e “App”

Progressive Web Apps: la perfetta fusione tra native app e siti mobile, il modo migliore per ottenere i vantaggi di entrambi.

Prima di spiegarvi cosa sono vi invito ad iniziare ad utilizzarne una, ad esempio Paper Planes, o qualunque altra PWA che trovate all’interno di questo sito.

Arrivati a questo punto, è necessario spiegare rapidamente quali sono i vantaggi di questa nuova tecnologia e quali siano le differenze rispetto alle app native (per intenderci, quelle realizzate specificatamente per Android, iOS ecc.)

 

 

Progressive Web Apps, come mostrato in tabella comparativa precedente:

  • Grazie ai “service workers” le PWA possono:
    • funzionare offline o in caso di scarsa connettività (es. reti 2G);
    • Aggiornabili senza bisogno di scaricare una nuova versione (e consumare ulteriori dati);
    • inviare notifiche push per fidelizzare l’utente.
  • Si tratta di app “Progressive” in quanto utilizzabili da chiunque abbia un browser sul proprio smartphone, e sono costruite sulla base del principio del “progressive enhancement” (più funzioni offre il browser più funzioni offre la PWA) ecco di seguito uno schema esemplificativo:

 

 

è importante sottolineare che non funzionano all’interno degli embedded browser (es. quelli di Facebook e Instagram) perché non hanno accesso a queste API.

  • Sono sicure grazie all’utilizzo del protocollo HTTPS.
  • Sono indicizzabili da Google (quindi anche posizionabili, ma attenzione ad eventuali contenuti “duplicati”);
  • Non c’è bisogno di passare attraverso i marketplace (Google Play; iTunes; Amazon; ecc.) per la loro installazione.

A tal proposito infatti, il processo di installazione si riduce da 7 a 2 step:

 

 

Ecco un esempio di cosa succede, digitando l’indirizzo della PWA del Financial Times:

 

Atterraggio sull’app

Call to action “installazione”

Icona in “Home”

 

Una volta cliccato sull’icona dell’app per la seconda volta, la PWA si avvierà come se fosse una app nativa, scaricherà gli articoli della pagina che stiamo visitando (in modo da poterli leggere anche offline).

Dopo qualche minuto di lettura ed utilizzo della PWA, il risultato in termini di “spreco” dati e memoria è irrisorio.

 

Avvio “app style”

Download articoli

Utilizzo Dati

 

Come è possibile notare dall’ultima schermata infatti, l’unico utilizzo dati è relativo all’archiviazione dell’app 160kb.

Passando ad alcuni risultati facilmente reperibili online tramite similarweb.com:

 

 

è facile notare che in aggiunta al traffico già ottenuto dai vari siti del Financial Times, sono ben 150 mila gli utenti che ogni mese raggiungono il sito.

Come mostrato nel box in evidenza (traffico diretto sul dominio)

 

 

Con molta probabilità circa il 50% proviene dall’installazione della PWA

 

 

In conclusione

Le Progressive Web Apps saranno con molta probabilità uno dei trend di cui sentiremo parlare spesso nel futuro prossimo. Sono già diverse le case history di successo derivanti dall’implementazione di questa nuova tecnologia e Google, nella sua volontà di rendere il web più veloce, ci sta puntando molto, tant’è che ha creato persino un sito interamente dedicato agli Show Cases delle PWA.

È importante sottolineare ancora una volta che, a differenza delle app native, le PWA possono essere indicizzate e posizionate. Di conseguenza una volta realizzate, possono portarci di fronte a due scenari antitetici:

  • Abbiamo gestito tutto correttamente e aggiungiamo traffico organico (derivante dai motori di ricerca) alle nostre properties;
  • Non abbiamo considerato che i contenuti della PWA sono gli stessi del sito mobile e stiamo cannibalizzando il traffico del nostro sito principale.

Ci troviamo quindi, nel bel mezzo di una probabile svolta epocale, le potenzialità sono enormi e spetta a noi capire se e come trarne beneficio.

Pasquale Gangemi Head of Operations di Pro Web Consulting