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Programmatic Advertising: come funziona e perché investirci

Conosci il Programmatic Advertising e le sue potenzialità? In questo articolo vogliamo darti qualche coordinata per cominciare a conoscere questo processo automatizzato digitale che permette di adattare al massimo i tuoi annunci personalizzandoli rispetto al tuo pubblico di riferimento.

Programmatic Advertising: qualche informazione di base

Innanzitutto, che cos’è il Programmatic Advertising? Si tratta di un sistema che sfrutta strumenti di automazione algoritmica per la compravendita di annunci. È proprio la presenza di questo elemento di automazione che lo rende differente dalle forme più tradizionali: attraverso l’analisi di molteplici “segnali” diversi, è in grado di stabilire il pubblico, il momento e il luogo più adatti alla pubblicazione di un dato annuncio.

Il Programmatic Advertising si discosta dall’adv sulla Display Network di Google – con cui comunque condivide alcuni elementi, fra cui la possibilità che offre agli inserzionisti di manipolare fattori come pubblico, strategia di offerta, budget, creatività e posizionamenti – perché non si riferisce a un formato particolare di annunci, bensì alla modalità in cui gli annunci vengono comprati. Inoltre, le campagne Programmatic sono trasversali a più piattaforme, laddove le Display si riferiscono specificamente al network di Google.

L’acquisto di inventari di annunci può avvenire attraverso aste aperte a tutti gli inserzionisti oppure private (qualora, cioè, i publisher abbiano stretti accordi limitati con alcuni inserzionisti, dietro pagamento di una fee definita sulla base di posizionamenti specifici, molto spesso più prestigiosi). Esistono poi tipologie di Programmatic Advertising meno conosciute in cui gli inserzionisti scelgono i propri spot prima che approdino sul mercato.

Piattaforme e costi del Programmatic Advertising

Esistono tre tipi principali di piattaforme per il Programmatic Advertising:

  • Le piattaforme “sell-side” o “supply-side” (SSP), che permettono ai publisher di vendere impressioni agli inserzionisti in tempo reale. Ne sono un esempio Google Ad Manager, Amazon Publisher, Xandr, Criteo;
  • Le piattaforme “demand-side” (DSP), con cui gli inserzionisti possono acquistare inventari di annunci trasversali a varie piattaforme. Queste includono ad esempio il sistema Display & Video 360 di Google, Trade Desk, Amazon DSP, AdRoll e così via. Alcune di queste offrono anche la possibilità di accedere a un servizio di gestione e assistenza personalizzata;
  • Gli scambiatori di annunci, di fatto i mediatori fra SSP e DSP: Xandr, Verizon Media, OpenX, Google Ad Exchange ne sono alcuni esempi.

Il costo di una campagna Programmatic dipende fondamentalmente dal budget messo a disposizione. Gli annunci vengono acquistati in base al loro CPM (cost per mille impressioni), che si aggira in un intervallo medio di 0,5-1,8€. Elementi che influenzano il costo di una campagna di questo tipo sono il DSP scelto, il pubblico di riferimento e, naturalmente, il livello di competizione. In generale, quando si lavora con nicchie di utenti molto piccole il CPM tende a salire.

Perché provare le campagne Programmatic

I benefici sono molteplici: innanzitutto il Programmatic Advertising permette di raggiungere un pubblico molto più ampio, su piattaforme differenti, con tutti i plus forniti dal poter analizzare i dati, di prime e terze parti, in tempo reale. È soprattutto ideale per le campagne di brand awareness. E grazie all’automazione, permette infine di creare inserzioni visualmente coinvolgenti in grado di colpire proprio al cuore del proprio pubblico di riferimento, allineandosi al suo comportamento, interessi e sensibilità.

Sveva Coltellacci Head of SEA