In questo Digest rivolto agli specialisti SEA ci dedichiamo interamente a Google Ads: parleremo di intelligenza artificiale e di strumenti a tutela e supporto di chi naviga online, oltre che di nuovi servizi a pagamento a disposizione dei business più piccoli che utilizzano la piattaforma per promuovere i propri prodotti online. Continua a leggere per scoprire cosa ha in serbo Google per l’autunno 2023.
Demand Gen, le nuove campagne Google Ads basate sull’AI
Negli ultimi mesi l’intelligenza artificiale ha contribuito enormemente al progresso delle funzionalità della Ricerca Google, ma i suoi effetti sono visibili anche nell’ambito degli annunci Ads. L’esempio più recente sono le campagne Demand Gen, inaugurate a giugno scorso e attualmente in fase di rodaggio con una beta aperta a tutti gli inserzionisti. La beta verrà poi sarà estesa a tutto il pubblico a partire da ottobre 2023.
Per chi parteciperà al programma, le Demand Gen assorbiranno, di fatto, le campagne Discovery esistenti: le Demand Gen ne rappresentano, infatti, a tutti gli effetti un upgrade. Una volta compiuta la transizione, ovviamente, verrà mantenuto tutto lo storico, che sarà utilizzato per ottimizzare le prestazioni della campagna.
Considerate le più ampie possibilità di posizionamento offerte dalle campagne Demand Gen, bisognerà però aspettarsi una certa volatilità all’interno della reportistica: ad esempio, un calo anche significativo del CTR è possibile e fisiologico considerata l’influenza del posizionamento YouTube, piattaforma dove il CTR è nettamente inferiore rispetto ad altre piattaforme. La transizione verrà effettuata in automatico per tutti gli inserzionisti a partire da novembre 2023.
Ma come funzionano esattamente le campagne Demand Gen? Si tratta di una tipologia di campagna dalla natura più “social” in grado di far un più largo uso delle risorse multimediali (immagini e video) in maniera trasversale alle varie piattaforme Google, attingendo in particolare a YouTube, YouTube Shorts, Discover e Gmail. Daranno la possibilità di sperimentare e mischiare diversi formati di annunci e tipologie di contenuti diversi all’interno di un’unica campagna: per questo è consigliabile prepararsi al meglio ottimizzando le proprie creatività in modo da garantire un’esperienza visualmente armoniosa ai propri utenti. Sfruttando i dati di prime parti, inoltre, gli inserzionisti potranno sfruttare il pubblico Lookalike per trovare nuovi clienti.
Digital Services Act: cos’è e come sta adempiendo Google
Da poche settimane è entrato in vigore il nuovo regolamento UE sui servizi digitali, il Digital Services Act (DSA), che introduce un sistema di controlli e sanzioni proporzionali alla dimensione della piattaforma. Lo scopo è quello di prevenire i rischi insiti alla navigazione web, combattendo la disinformazione e i contenuti illegali. Poiché supera i 45 milioni di utenti regionali, Google, così come Meta, rientra ovviamente nel top tier di questo sistema che prevede l’obbligo di cooperare con la autorità europee (Commissione Europea e Coimisiún na Meán in Irlanda) e sottoporsi ad audit indipendenti.
Google, che rischierebbe sanzioni fino al 6% del proprio fatturato in caso di violazione delle nuove regole, non ha perso tempo: ha dichiarato infatti fin da subito che espanderà l’Ads Transparency Center, un inventario globale di inserzionisti cross-platform che va incontro agli standard del DSA.
L’azienda ha intrapreso poi un’ulteriore serie di azioni per allinearsi ai requisiti del nuovo regolamento UE in materia di trasparenza nella profilazione e sul funzionamento dei servizi digitali:
- Miglioramento dell’accesso ai dati da parte dei marketer in ottica di maggiore trasparenza dei meccanismi secondo cui operano Search, Maps, Play, Shopping e YouTube;
- Introduzione di un nuovo Transparency Center mirato a fornire informazioni precise sulle politiche dei propri prodotti;
- Aggiunta di informazioni sul modo in cui viene moderato il contenuto pubblicato tramite Google Search, Google Play, Google Maps e Shopping;
- Compilazione e invio di report periodici all’UE in materia di rischi nella navigazione sulle proprie piattaforme; la reportistica verrà analizzata anche da enti indipendenti prima di essere resa pubblica.
Google dovrà adempiere anche alle regolamentazioni del DSA che riguardano i minori: nello specifico, il nuovo regolamento ribadisce il divieto, già specificato dalla direttiva UE 2018/1808, di utilizzare i dati dei minori per fini commerciali, introducendo però l’obbligo da parte delle piattaforme web di valutare i rischi sistemici per i diritti del minore sanciti dall’Unione Europea.
Customer Service avanzato per aiutare le PMI
Google monetizza ovunque riesca. E chi può permettersi di pagare di più ottiene i servizi migliori. Vale anche con il customer service: da pochissimi giorni è infatti apparsa su Ads una nuova funzionalità che prevede la possibilità di richiedere un appuntamento individuale con un/una consulente di Google e ricevere assistenza per l’ottimizzazione delle proprie campagne. Ogni appuntamento viene venduto alla modica cifra di 50 dollari.
Se il rollout ha già raggiunto anche il tuo account (si tratta infatti di una beta non ancora estesa a tutti), vedrai la funzionalità all’interno del box laterale di Google Ads. Una volta raccolti feedback sufficienti da imprese di piccole e medie dimensioni, target al quale è rivolto prevalentemente il servizio, Google programma di estenderlo a un numero più ampio di inserzionisti.
Lo scopo di queste consulenze specializzate one-shot è di fornire consigli più tempestivi e personalizzati a chi gestisce campagne Google Ads estendendo anche alle PMI uno strumento che finora era riservato solo ai clienti più remunerativi della piattaforma. Con l’ombra delle sanzioni UE sempre su di sé, Google ha bisogno, appunto, di monetizzare, e 50 dollari sono 50 dollari da qualunque parte provengano.