La fine di agosto ha portato diverse novità sia per Google sia per Apple: entrambe stanno sperimentando con i formati di annunci, ricavandosi nuovi piccoli spazi nell’universo sempre più angusto lasciato da privacy policy sempre più stringenti. Ti presentiamo le maggiori novità del settore in questo articolo: seguici!
Gli annunci Out-of-home di Google fondono offline e online
E se ti dicessimo che puoi arrivare sui cartelloni pubblicitari di una città nello stesso modo in cui arrivi sulla homepage di Google, comodamente dal tuo account Google Ads, senza dispiegare per le vie del centro i tuoi scagnozzi SEA? Il sogno di unire offline e online non è così lontano: Google ha infatti recentemente annunciato che per tutti gli utenti Display e dei Video 360 sarà possibile espandere le proprie campagne includendo gli annunci Out-of-home. Di che si tratta? È presto detto: si riferiscono agli annunci che trovi sui cartelloni digitali in qualunque luogo pubblico, che si tratti di una strada pedonale, uno stadio, un aeroporto, una pensilina del bus, un centro commerciale o qualunque altro luogo del genere.
Per quanto questo nuovo formato pubblicitario non possa essere personalizzato e non faccia uso di identificatori individuali né di dati di geolocalizzazione (le distopie orwelliane non piacciono particolarmente agli utenti), gli inserzionisti potranno comunque indirizzare gli annunci verso luoghi specifici in orari specifici, aumentando l’esposizione di un negozio e promuovendone prodotti, servizi o eventi nel momento e nel luogo in cui contano. Ad esempio, un concerto che si terrà a poche ore di distanza in un locale vicino. O magari un’offerta per un menu completo intorno all’orario di pranzo.
Di contro, gli annunci potranno essere attivati, messi in pausa e ottimizzati in tempo reale e controllati attraverso lo stesso pannello di controllo di qualsiasi altro annuncio Ads. Puoi scoprire tutti i dettagli sugli annunci Out-of-home qui: se lavori con business locali, è un’occasione da non lasciarsi perdere, o perlomeno da provare.
Apple inaugura un nuovo capitolo di annunci Display
L’anno scorso Apple ha inaugurato l’App Tracking Transparency (ATT), con cui si dava agli utenti la possibilità di scegliere se permettere o meno ad app di terze parti di tracciare le loro attività fra app diverse. Come è facile immaginare, l’introduzione di ATT ha comportato una cospicua perdita di entrate per le agenzie di sviluppo. Nel frattempo, però, Apple si è data da fare per aprire nuovi spiragli di revenue attraverso gli annunci, e si è orientata in particolare verso un rafforzamento degli annunci Display.
Presto questi compariranno nella scheda Today principale e sulle pagine di download di app di terze parti. Gli sviluppatori potranno pagare per spingere le loro app in evidenza fra i risultati quando gli utenti ricercano termini pertinenti con quella app, mentre un possibile ambito di sviluppo futuro potrebbero essere le mappe. Lato utenti, gli annunci compariranno anche per gli abbonati; inoltre, sarà possibile disattivare la personalizzazione degli annunci sul dispositivo, ma comunque il sistema continuerà a utilizzare tali informazioni.
Questo perché, spiega Apple, il sistema non segue gli utenti fra app e siti di proprietà di altre aziende. Ciononostante, per chi lavora soprattutto su metriche come visualizzazioni video ed engagement potrebbe valere la pena lavorare su questo tipo di annunci, che avranno un costo per tap inferiore.
Il punto della situazione sul modello di attribuzione data-driven
Come dicevamo nel Digest di agosto, dal 24 agosto Google ha convertito automaticamente tutti gli account idonei al modello di attribuzione data-driven (ne abbiamo parlato nel dettaglio in questo articolo). Se fai parte di questo gruppo, o se sei curioso/a di saperne di più, ti spieghiamo in breve quali sono le principali caratteristiche da tenere a mente quando si lavora con questo sistema:
- Ogni conversione viene divisa fra tutte le keyword che hanno contribuito ad essa;
- Vengono considerate solamente le proprietà Google, escludendo tutto ciò che sta al di fuori di questo universo. Il rischio è che dunque venga attribuito maggior credito del dovuto a una conversione, o venga raddoppiato;
- Tutti i dati precedenti alla migrazione al modello data-driven non verranno modificati;
- È possibile paragonare l’impatto dei diversi modelli di attribuzione attraverso il pannello di Google Ads (Tools and Settings > Attribution > Model Comparison).
Nonostante i piccoli difetti, il modello si presenta più efficiente per quanto riguarda il monitoraggio delle performance attraverso tipi di annunci differenti, fornendo un quadro più ampio del percorso dell’utente e dell’impatto delle keyword sulla conversione. Offre così, in ultima analisi, indicazioni più puntuali su come allocare il proprio budget e distribuire le proprie risorse per ottimizzare i risultati.