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Pro Web Digest Online Ads: nuovi spazi per le inserzioni | Novembre 2022

Nel Digest di novembre dedicato alle Online Ads parliamo dei nuovi spazi che Google ed Apple si stanno ritagliando nel mondo delle inserzioni 3.0. Inoltre, ti diamo qualche suggerimento per monitorare il successo delle tue campagne di marketing anche al di fuori del tuo sito internet. Seguici!

Come usare i dati di prime parti per personalizzare gli annunci

Google sta per inaugurare una nuova tecnologia per il targeting degli annunci Display che si basa sui dati di prime parti. L’intento è quello di creare annunci personalizzati e rilevanti pur non utilizzando i deprecati dati di terze parti, la soluzione impiegata si chiama Publisher Advertiser Identity Reconciliation (in breve PAIR) e permette di aggregare in modo sicuro i dati di prime parti per i visitatori che hanno visitato sia il sito dell’inserzionista che del publisher.

Tramite PAIR, nonostante i singoli individui non vengano monitorati, è comunque possibile per gli inserzionisti indirizzare annunci personalizzati e rilevanti a un pubblico di persone interessate, ma solo se queste hanno già avuto a che fare con i siti dell’inserzionista e publisher in questione. Se questa interazione non c’è stata, non è possibile raggiungere quel pubblico. Un modo di concepire gli annunci decisamente meno invasivo e più rispettoso della privacy di ognuno.

L’aggiornamento, che riguarda Google Display e i Video 360, permette di intercettare gli utenti sulla base di informazioni quali gli acquisti passati, le iscrizioni alle newsletter, i carrelli abbandonati, e può essere utile anche, ad esempio, per evitare di proporre agli utenti annunci per articoli che hanno già acquistato. L’aggregazione dei dati avverrà in camere bianche fornite da partner come Habu, InfoSum e LiveRamp per permettere uno scambio sicuro e cifrato dei dati e una gestione più semplice di questi stessi processi.

Per maggiori informazioni su PAIR, puoi contattare il tuo referente Google per le campagne Display e Video 360.

Due nuovi posizionamenti per gli Apple Ads

Dal fronte Apple arrivano invece due novità per quanto riguarda i piazzamenti degli annunci nell’App Store: le due nuove vetrine saranno la scheda Today da una parte e, dall’altra, le singole pagine prodotto, con un box titolato “You Might Also Like” posto in fondo alla scheda. L’importanza del primo di questi due nuovi posizionamenti è evidente: si tratta del punto di atterraggio di chi visita lo store e può quindi rappresentare uno strumento prezioso per le campagne di brand awareness.

Per utilizzarlo è necessario creare una pagina prodotto personalizzata con App Store Connect e includervi almeno 9 risorse fra ritratti (4) e panoramiche (5). Una volta approvata la pagina prodotto, si può richiedere l’approvazione tramite Apple Search Ads in modo da utilizzarla per gli annunci.

Il secondo posizionamento però è forse quello più interessante. Utilizzando le risorse che fanno già parte della pagina prodotto della tua app come nome, icona e sottotitolo, potrai rendere operativo questo tipo di annuncio in modo trasversale alle varie categorie oppure selettivo rispetto a quelle di tua scelta. I critici di questo approccio non mancano, soprattutto perché minaccia di essere l’ennesimo modo da parte di Apple di costringere gli inserzionisti a pagare per veder apparire il nome del proprio brand nei risultati a pagamento sopra ai concorrenti.

Come migliorare l’accuratezza del monitoraggio di Google Ads

È forse superfluo specificare come monitorare solamente le conversioni che avvengono online, ignorando tutto ciò che avviene nel mondo ‘reale’ (telefonate, visite in negozio o altro), porti a una visione molto parziale dell’effettiva riuscita delle proprie azioni di marketing, compreso l’impatto che gli annunci online hanno sulle vendite ‘offline’. Infatti, anche se il percorso di conversione di un utente parte dalla SERP di Google, ciò non significa che debba concludersi su una pagina web nel caso in cui esista anche un negozio fisico (o una catena di negozi) di riferimento.

Ci sono principalmente tre azioni che puoi intraprendere per monitorare le conversioni online:

  1. Importare le conversioni: questo significa riversare sul tuo account Google Ads le conversioni avvenute offline e attribuirle alle tue campagne. Per farlo ti servirà il GCLID dell’utente originale in modo da associarlo all’azione di conversione completata. Alcuni CRM, come Salesforce, hanno un’integrazione automatica con Google Ads, mentre in altri casi potrai e dovrai utilizzare una connessione fornita da partner terzi oppure caricare manualmente un foglio di calcolo. In quest’ultimo caso, trovi i modelli da seguire a questa pagina; il foglio andrà caricato dalla sezione Conversioni del tuo account. Esiste anche la possibilità di programmare aggiornamenti automatici da un Google Sheet compilato regolarmente;
  2. Monitorare le chiamate: per molte aziende, il telefono è ancora il canale privilegiato attraverso il quale si riceve la maggior parte delle domande, richieste, persino ordini. Per monitorarle, è necessario impostare le estensioni di chiamata su Google Ads in modo che all’interno degli annunci appaia un numero di telefono contattabile. È altresì possibile scegliere di monitorare solo le chiamate che superino una certa durata, in modo da raccogliere solo i contatti più significativi. Tutto questo si applica anche a chi vede il tuo numero navigando da computer fisso; questi utenti visualizzeranno infatti un numero particolare, diverso da quello normale, che permetterà il tracciamento delle chiamate effettuate successivamente da un altro dispositivo;
  3. Conteggiare le visite in negozio: l’associazione fra esposizione a un annuncio e conversione offline viene stabilita da Google sulla base della posizione del dispositivo mobile dell’utente. Questa funzionalità è accessibile solo dagli inserzionisti che hanno a disposizione molti punti vendita e che ricevono grossi volumi di clic e impressioni (fattore cruciale nella protezione della privacy degli utenti). Per accedervi, comunque, devi assicurarti di aver rivendicato e verificato i tuoi negozi nel tuo profilo Business e di aver attivato le estensioni di località nel tuo account. I dati sono comunque aggregati e anonimi, per cui i numeri che visualizzerai non saranno precisi.
Sveva Cortellacci Head of SEA