Nel Digest di maggio dedicato alle principali novità del mondo SEA, navighiamo fra Google Ads e LinkedIn per presentarti una serie di consigli utili su come diversificare e ottimizzare la tua attività di inserzionista. Continua a leggere per scoprire di più!
Cosa è successo alle estensioni di Google Ads
Con la fine di aprile, Google Ads ha completato la migrazione dei suoi account verso un sistema aggiornato di estensioni riguardante tutte le estensioni tranne quella di località e immagine. L’aggiornamento ha lo scopo di rendere meno complesso il processo di creazione e gestione delle estensioni stesse: infatti, uno dei principali aggiornamenti riguarda la possibilità di mettere in pausa le estensioni senza doverle rimuovere o cancellare dalle campagne, funzionalità che riguarda anche le estensioni automatiche.
Inoltre, con l’aggiornamento, tutti i sitelink e le altre estensioni possono essere estese dai livelli superiori della campagna fino a quelli più bassi (da Account/Campagna a Gruppo di annunci): se ancora non lo hai fatto, quindi, dovresti controllare che le tue estensioni vadano bene per tutti gli annunci e gruppi di annunci.
Con questo aggiornamento Google ha infine cassato tutta una serie di funzionalità ritenute non più significative, come ad esempio la preferenza di dispositivo mobile, o, per le estensioni di chiamata, la data di inizio e fine. Dalle estensioni in-app, così come da quelle di prezzo, è invece stata rimossa la possibilità di programmare gli annunci.
Ma cosa ne sarà dei dati storici? Niente paura: dopo la migrazione, troverai tutto nella pagina Rapporti.
Come migliorare le performance degli annunci con landing page vincenti
I sitelink sono uno strumento prezioso per l’aumento del Click-Through-Rate dei tuoi annunci. Tuttavia, il tuo lavoro non finisce certo a quel primo clic; l’ottimizzazione della pagina di atterraggio dei tuoi annunci è infatti altrettanto importante. E le aspettative dei consumatori per quanto riguarda l’esperienza di acquisto online, in particolare da dispositivi mobili, è andata crescendo negli ultimi due anni.
Se parliamo di esperienza mobile, la velocità è una delle chiavi principali: la pagina di destinazione di un annuncio, in particolare, dovrebbe caricarsi in meno di 3 secondi per scongiurare l’abbandono da parte degli utenti. Altrettando importante è che vi sia una certa continuità fra i contenuti presentati nell’annuncio e quelli della pagina di destinazione in termini di copy, immagini, prezzi, offerte. È poi importante prevedere le domande degli utenti e fornire loro percorsi di navigazione, oltre che copy, che li portino alla risposta nel numero di clic più basso possibile. In questo modo, le possibilità di una conversione cresceranno notevolmente.
Performance Max e ricerche branded: come comportarsi
Un problema che potresti riscontrare attivando campagne Performance Max contestualmente a campagne di testo tradizionali di tipo branded, è che le prime prendano il sopravvento sulle seconde. Le campagne Performance Max hanno infatti priorità assoluta rispetto a qualsiasi altro tipo di annuncio ed escludere le ricerche di tipo branded da queste campagne ti permette di avere un’idea più chiara delle loro reali performance. Questo perché il traffico branded ha tipicamente tassi di conversione molto più alti della norma, che contaminerebbero i dati globali.
Ma come farlo? Una possibile soluzione è quella di aggiungere tutte le varianti più vicine delle keyword di brand alla campagna tradizionale; tuttavia questa soluzione non sembra funzionare nel caso in cui la campagna di ricerca sia soggetta a limiti di budget. Un’altra via potrebbe essere quella di contattare un referente Google e chiedere di escludere le ricerche branded dalle proprie campagne Performance Max.
LinkedIn Lead Gen Forms: consigli per sfruttarli al massimo
Riassumiamo, per concludere, i punti salienti della guida, pubblicata di recente da LinkedIn, riguardante i Lead Gen Forms, uno strumento usato per raccogliere nuovi contatti e informazioni dagli utenti della piattaforma attraverso moduli semplici e pre-impostati che vengono fatti comparire all’interno delle proprie promozioni.
All’interno della guida, vengono presentati i dati attuali di utilizzo di questo strumento di lead generation, confrontandone i tassi di conversione con altre piattaforme analoghe. Si passa poi ai dettagli più tecnici che riguardano l’implementazione delle funzionalità di LinkedIn generation e comprendono consigli su come lavorare in combinazione con piattaforme di terze parti per massimizzare i risultati. Una delle aggiunte più recenti riguarda l’integrazione con Zapier, anch’essa spiegata all’interno della guida.
Il paper si conclude con una serie di case study che mostrano esempi virtuosi di Lead Gen.