Ti diamo il benvenuto nel 2023 con una nuova puntata del nostro Digest dedicato alle novità SEA: ti parleremo delle strategie di Microsoft e Apple per aumentare i propri introiti con nuovi posizionamenti pubblicitari nei loro app store e su altre piattaforme proprietarie, oltre a darti qualche dritta su una funzionalità particolarmente interessante di Google Ads.
Capodanno in casa Microsoft: le novità del 2023
Microsoft non ha lasciato passare troppo tempo, dai primi rintocchi del nuovo anno, per annunciare tutta una serie di interessanti novità che riguardano i suoi prodotti per gli inserzionisti. La principale di queste riguarda gli annunci del Microsoft Store, un nuovo posizionamento per le inserzioni che riguarderà l’app store sia nella sua versione mobile sia in quella desktop di Windows 10 e 11. Questo nuovo formato di annunci sarà visibile nella scheda App e Giochi dello store e promette di fornire ulteriori spazi di visibilità alle app o giochi che si intendono pubblicizzare sulla piattaforma.
Le Store Ads potranno essere impostate e gestite dal pannello di Microsoft Ads e saranno compatibili con l’UET più recente per il tracciamento del comportamento degli utenti. Per avere accesso a questo nuovo tipo di inserzioni dovrai inviare il link del tuo brand e dei tuoi prodotti dello store attraverso il tuo account Microsoft Ads; una volta approvati dal sistema, potrai cominciare subito a usare questi annunci.
Se il tuo target è di tipo internazionale, ti interesserà invece questa seconda novità introdotta da Microsoft sulla sua piattaforma di advertising: i segmenti di pubblico In-Market sono infatti stati ampliati andando a includere nuovi mercati nel Medioriente e in Africa. Per il resto del 2023, poi, Microsoft ha le idee ben chiare su ciò che intende fare della sua piattaforma pubblicitaria, e cioè puntare soprattutto sugli annunci per le ricerche locali e gli annunci verticali, al momento disponibili per alcuni settori commerciali fra cui automotive e visite turistiche, e per prodotti piuttosto specifici come carte di credito, crociere, assicurazioni sanitarie.
Ti ricordiamo infine, per quanto riguarda il fronte Microsoft, che il 31 gennaio è il termine ultimo per creare o modificare gli annunci di testo espansi: a partire dal 1° febbraio, infatti, questi verranno ritenuti obsoleti e quindi, pur continuando a funzionare, non sarà possibile crearne di nuovi o modificare quelli esistenti. Il nuovo standard sarà rappresentato dagli annunci di ricerca responsivi.
Apple comincia a guadagnare terreno
Le battaglie legali che hanno visto Google impegnata in un continuo tira e molla con le autorità dell’antitrust in numerosi paesi occidentali hanno permesso a player di mercato meno forti come Apple di cominciare a rosicchiare almeno una piccola parte dell’immenso potere del gigante di Mountain View. Anche Amazon si trova in una tempesta di cause intentate contro l’azienda per i più svariati motivi – da questioni legate all’antitrust, alla pubblicità ingannevole durante il Prime Day, fino ad arrivare ai casi di “prelievi” forzosi dalle mance e dai salari dei corrieri – e non se la cava tanto meglio.
Apple sta cercando appunto di approfittarne e moltiplicare i propri introiti provenienti dai servizi pubblicitari. Dalla sua ha una notevole diversità di possibili canali di revenue, sebbene anch’essi non esenti dalle stesse criticità legate alla tutela della privacy degli utenti rilevate per Google. Nonostante l’introduzione dell’App Tracking Transparency nel 2021, infatti, sul finire del 2022 è venuto fuori come i servizi Apple di fatto continuino a tracciare gli utenti anche dopo che questi hanno disabilitato ogni tipo di tracciamento nelle impostazioni dei propri dispositivi.
Comunque, Apple sta puntando non solo sui prodotti, ma sui servizi di streaming come TV+ (su cui si vocifera l’arrivo a breve di spazi pubblicitari a pagamento) e sull’App store da cui proviene grossa parte dei suoi introiti. Con il suo inventario di annunci in continua espansione e le sue ottime capacità di tracciamento rispetto ad altri concorrenti, Apple rappresenta un bocconcino goloso per molti inserzionisti. Fra i prodotti più interessanti per il futuro della compagnia ci sono anche Apple Arcade, Music e Fitness+.
Google Ads: cosa sono le offerte sulle intestazioni
Dopo tutto questo sparlare di Google, facciamo un passo indietro e ci soffermiamo su una delle tante funzionalità offerte da Google Ads, qualcosa che promette di aumentare gli introiti fino la 30%. Si tratta delle offerte su intestazioni nei gruppi di rendimento, un metodo di offerte facoltativo ma davvero molto interessante. Questo sistema, disponibile solo in Google Ad Manager 360, permette ai publisher di offrire il proprio inventario di annunci a molti SSP (Supply-Side Platform) prima di effettuare una chiamata ai loro server.
Lato publisher, i passi da effettuare per ottenere l’accesso a questa tecnologia sono i seguenti:
- Proporsi a un partner SSP e ottenerne l’approvazione: ogni SSP presenta criteri minimi variabili, per cui è sempre bene far loro attenzione (parliamo comunque di un minimo di 20 milioni di impressioni per annuncio);
- Implementare Prebid.js sul proprio sito;
- Configurare il server degli annunci;
- Scegliere un sistema di gestione dei consensi compatibile con GDPR e GDP;
- Testare e fare debugging: a questo scopo esistono diverse estensioni per il browser che possono fare il lavoro sporco per te; in alternativa, puoi aprire la tua pagina web aggiungendo il parametro /=pbjs_debus=true alla fine dell’URL e controllare i messaggi nella console.
Ti rimandiamo a questo articolo per maggiori dettagli tecnici sul processo di implementazione e alla pagina della guida di Google Ad Manager relativa alle offerte su intestazioni per conoscere meglio questo sistema.