Salutiamo insieme il 2022 con un Digest dedicato all’automazione degli annunci e a tutte le nuove strategie che puoi mettere in campo nelle tue campagne Meta, Twitter e Google per ottenere il massimo rendimento possibile. Speriamo che questo contenuto ti sia utile e ci rivediamo nel nuovo anno!
Le campagne Meta ASC, in breve
Cosa dicono gli esperti di mercato riguardo alle campagne ASC (Advantage+ Shopping Campaigns) di Meta? Quali risultati è possibile attendersi applicando le attuali best practice e quali sono, in effetti, queste migliori pratiche? Partiamo dalle basi, nel caso tu sia a completo digiuno di ASC o tu non abbia ancora avuto modo di metterci mano: sono, in effetti, un’aggiunta molto recente, in corso di estensione a tutti gli inserzionisti.
Si tratta di campagne automatizzate sulla base di conversioni e vendite: il sistema effettua una rotazione ottimizzata degli annunci selezionando creatività, posizionamenti, pubblici e tetto di spesa ideali per ottenere le performance più elevate. Questo focus sull’automazione si spiega con la sempre minore quantità di dati che i sistemi di monitoraggio sono in grado di raccogliere e la difficoltà nell’attribuirli a una particolare sorgente.
Le ASC, di contro, hanno bisogno di poca manutenzione: le impostazioni di targeting da utilizzare sono minime in confronto alle campagne “tradizionali”, perché le ASC vengono automaticamente indirizzate a gruppi di clienti vecchi e nuovi selezionati tramite AI in quanto maggiormente in grado di convertire. Inoltre, le ASC sono in grado di automatizzare fino a 150 combinazioni creative diverse per ogni singola campagna. L’ideale è far uso di media misti, immagini statiche così come video, per poi andarsi a concentrare sugli annunci e le creatività che generano più risposta. Inoltre, ricordati di aggiornare le liste dei tuoi clienti attuali e le liste del retargeting, allocando un budget non superiore al 30% del tuo totale a questi due tipi di pubblico.
Le campagne Advantage+ Shopping sono consigliate soprattutto per e-commerce verticali e rivenditori che hanno l’obiettivo di massimizzare il ROAS, scopo che sembra essere stato ampiamente raggiunto da chi riporta di aver fatto ricorso alle ASC finora.
Nuove opzioni di targeting e personalizzazione per i Twitter Ads
Twitter ha arricchito le sue opzioni di targeting con un nuovo obiettivo ‘Conversioni’, annunciato ad agosto scorso ma implementato soltanto adesso, che promette di ottimizzare gli annunci indirizzandoli agli utenti più inclini a convertire. Con questa nuova aggiunta è possibile ottimizzare i propri annunci per visite di pagina o di contenuto, aggiunte al carrello e acquisti oltre che clic, visite al sito e conversioni. Secondo Twitter, si tratta di una tipologia di ottimizzazione che potrebbe portare a una riduzione del costo per conversione di circa il 25%.
Twitter ha poi aggiornato i suoi Dynamic Product Ads, muovendosi in una direzione simile a quella rilevata per le campagne ASC di Meta: nel nuovo approccio si considerano infatti maggiormente le questioni di privacy, ottimizzando il rendimento degli annunci seppure in presenza di un numero nettamente inferiore di segnali. L’ultima novità dall’impero di Musk è poi rappresentata dal formato Collection per gli annunci, che permette agli inserzionisti di utilizzare un’immagine primaria corredata di tante immagini in formato icona: la prima, statica, si contrappone alle seconde che fungono come una sorta di galleria sfogliabile orizzontalmente, cliccando su ognuna delle quali si atterra su una specifica pagina di atterraggio.
Per maggiori dettagli, puoi consultare questo articolo dedicato sul blog ufficiale di Twitter. Facci sapere se hai provato le nuove impostazioni e come sta andando!
Aumento CPL: Google Ads conviene ancora?
Non è un segreto che Google Ads sia, fra tutte le piattaforme di advertising, la più redditizia e dunque la più gettonata fra gli inserzionisti. Uno studio di WordStream condotto su 23 diverse industrie ha rilevato però dati piuttosto preoccupanti che mettono parzialmente in dubbio la convenienza degli strumenti pubblicitari di Google. In particolare, si segnala l’incremento dei seguenti parametri rispetto al 2021:
- Costo per lead, aumentato di circa il 19% rispetto all’anno precedente e in particolare nei settori dell’intrattenimento (con un picco del +134%), dei viaggi (+69%) e dell’arredamento (+54%), forse in relazione con l’inflazione che ha costretto molte aziende ad aumentare i propri prezzi;
- Costo per click, sebbene l’aumento sia in questo caso molto lieve e limitato a poco più delle metà delle industrie prese in esame.
È invece rimasto sostanzialmente stabile il Click-through rate, che era in costante crescita dal 2019. Di contro è diminuita significativamente la Conversion Rate, problematica che riguarda il 91% delle industrie e che può essere quantificata in un 14% medio; anche in questo caso la causa più probabile è l’inflazione unita alla penuria di materie prime che ha colpito alcuni settori in particolare. Una possibile via d’uscita da questa impasse è quella di escogitare nuovi modi per tagliare i costi (possibilmente non alla maniera di Musk), come ad esempio il ricorso a metodi di marketing gratuiti o a basso costo. Ti rimandiamo a questo articolo per una trattazione più approfondita delle tecniche e strategie alternative da mettere in pratica.