Maggio sembra essere il mese dell’isteria per il mondo della SEA: Google si sveglia in un bagno di sudore scoprendo che Microsoft è prossima a sottarle un cliente storico, mentre Elon Musk solleva l’ennesimo vespaio introducendo il New Deal delle spunte blue su Twitter. Parliamo di questo – e di come gestire le Performance Max su Google Ads – nel Digest di questo mese.
Google rischia di perdere la battaglia contro Microsoft
Era inevitabile: la mossa di Microsoft, che con il suo investimento multimilionario si è accaparrata una quota importante del software di intelligenza artificiale più avanzato del momento e ha fatto fare al proprio motore di ricerca uno scatto felino in avanti facendo sfigurare quello che fino a pochi mesi fa era considerato il “gigante” della ricerca web, non poteva non attirare l’attenzione dei principali produttori di smartphone.
In particolare, i dati di utilizzo di Bing, che negli ultimi due mesi circa hanno subito una vera e propria impennata, hanno spinto Samsung a prendere in considerazione un cambio di rotta epocale: introdurre Bing come motore di ricerca predefinito sui propri smartphone e tablet Android. La scelta è ovviamente dovuta alle funzionalità di IA presenti sul motore di ricerca di Microsoft, non pervenute invece su Google.
L’azienda di Mountain View, però, non è rimasta con le mani in mano, ma ha anzi messo in piedi una squadra di 160 persone fra designer, ingegneri e altre figure professionali che lavoreranno a ventre basso sul cosiddetto progetto “Magi”. Con esso, Google mira a rimettersi al pari di Microsoft in termini di funzionalità di IA applicate alla ricerca web. Tuttavia, il progetto vedrà pienamente luce solamente in autunno, dunque le speranze di Google di mantenere Samsung fra i propri clienti di lunga data sono appese a un filo: forse un netto abbassamento di prezzi potrebbe compiere il miracolo e permettere a Google di guadagnare un po’ di tempo?
Twitter Blue: l’inizio dell’era che nessuno aspettava
Con aprile 2023 è giunta al termine l’era delle spunte blu su Twitter così come le abbiamo conosciute finora. Queste hanno infatti smesso di essere il segno distintivo degli account verificati diventando, dal giorno alla notte, appannaggio dei paganti: Musk, che evidentemente aveva estremo bisogno di monetizzare, ha deciso di farlo chiedendo il pagamento di un’iscrizione mensile o annuale alla piattaforma Twitter Blue. Solo così sarà possibile tra l’altro pubblicare annunci a pagamento sul social. L’unica altra possibilità per mantenere la spunta blu sarà quella di spendere almeno 1000 dollari al mese in annunci.
Se lo scopo di questa mossa è ufficialmente quello di ridurre la presenza dilagante di account fasulli e di bot, le modalità in cui Musk si propone di realizzare tale scopo non sono esattamente le più efficaci: l’essere in possesso di una carta di credito e di un numero di telefono e avere la possibilità di pagare 8 dollari al mese per verificare il proprio account non sono di certo un deterrente per chi intende utilizzare Twitter in modo fraudolento; in tutto ciò, l’evidente risultato sarà quello di limitare l’attrattiva della piattaforma fra le piccole e medie imprese.
Al momento non sono previste eccezioni, se non per una lista di circa 40 account stilata, a quanto pare, proprio da Musk che, con la magnanimità che lo contraddistingue, ha deciso di omaggiare il presidente degli Stati Uniti Joe Biden, insieme a una serie di politici, giornalisti e altri personaggi che gli stavano particolarmente simpatici, dell’ambita spunta blu.
Come capire se le Performance Max fanno davvero per te
Le campagne Performance Max compiono due anni a maggio, ma non tutti hanno ancora le idee ben chiare su di esse. In particolare, i grandi risultati promessi dalle Performance Max non sembrano essere una verità condivisa per tutti coloro che vi fanno ricorso. Facciamo dunque un po’ di chiarezza insieme, fornendoti qualche coordinata grazie alla quale potrai capire se queste campagne sono adatte alla tua situazione.
Il primo nodo è costituito dal budget, che dovrebbe essere sufficiente a garantirti una lead o una vendita al giorno. Se il budget è troppo risicato, dovresti aumentarlo in modo da ottenere un numero soddisfacente di click al giorno, adattare parole chiave e target per evitare di prendere parte ad aste troppo costose, o, se niente di tutto ciò funziona, abbandonare il canale che hai scelto e sceglierne uno in grado di garantirti un profitto maggiore. Ad esempio, display e video sono posizionamenti tipicamente più economici rispetto a quelli sulla SERP.
Prima di cominciare una campagna PMax, poi, valuta innanzitutto quali siano le prestazioni attuali delle tue altre campagne: se stanno andando bene, le PMax potrebbero aiutarti a potenziare i tuoi sforzi. Tuttavia, potrebbero anche cannibalizzarle: il modo migliore per evitarlo è quello di mettere in pausa le singole campagne nel momento in cui decidi di avviare una PMax.
Ricorda però che le PMax funzionano davvero bene solo con creatività fornite dall’utente e non create in automatico attraverso la piattaforma; in effetti, questo è un fattore che influenza molto di più il rendimento delle campagne rispetto ai posizionamenti o alle parole chiave negative.
Fornire le creatività necessarie per questo tipo di campagne (immagini che si adattino a tutti i posizionamenti di Display e Discover, video da 15 e da 30 secondi, loghi ad alta risoluzione) è un impegno che non tutti sono in grado di sostenere ed è importante che tu sia consapevole del fatto che le tue Performance Max potrebbero non convertire bene quanto desideri in assenza di questo tipo di contenuti.