Come spesso accade, mentre i SEO Specialist e gli utenti di mezzo mondo si concedono qualche giorno di pausa in spiaggia o in montagna, Google e soci non si fermano, anzi, continuano a implementare nuove funzionalità.
Addirittura, alcuni dei maggiori cambiamenti di algoritmo sono stati rilasciati – storicamente – proprio nel periodo estivo: chi vuole pensare bene dice che è perché approfittano di un traffico già di per sé minore, chi vuole pensare male afferma l’opposto, cioè che sia per cogliere impreparati i proprietari di siti. Chi non ricorda il famigerato Medic Update, rilasciato proprio il 1° agosto del 2018?
In ogni caso, noi di Pro Web abbiamo prestato attenzione anche in agosto e queste sono le evidenze che abbiamo raccolto osservando le SERP.
Quando un bug sembra un aggiornamento
Mentre tutti eravamo sotto l’ombrellone, un bug di Google è sembrato essere un update, dato il livello di impatto che ha avuto sulle SERP, creando una forte volatilità.
Dopo un iniziale momento di panico generalizzato, il tutto è però rientrato e Google stesso ha confermato che si è trattato soltanto di un glitch momentaneo dei propri sistemi.
Cambiamento nelle SERP Shopping di Bing
Gli elenchi di prodotti in organico sono adesso disponibili nella scheda di Bing Shopping: lo ha annunciato Microsoft pochi giorni fa. La possibilità di promuovere gratuitamente i prodotti è attualmente disponibile solo per i commercianti negli Stati Uniti, ma a breve verrà estesa anche a quelli nel Regno Unito, Canada, Australia, Francia e Germania.
I clienti di Microsoft Shopping Campaigns non dovranno intraprendere nessuna particolare azione per partecipare e tutte le offerte di prodotti approvate in Microsoft Merchant Center verranno automaticamente inserite negli elenchi di prodotti gratuiti.
I primi risultati di Google sono… di Google
Diventa sempre più evidente quanto Google desideri tenere gli utenti il più possibile all’interno del proprio ecosistema: se fornire le risposte alle domande delle persone è l’obiettivo primario di Big G, riuscire a ottenerlo attraverso risultati propri è ancora meglio, dal suo punto di vista.
Secondo un recente studio, infatti, la prima pagina dei risultati di ricerca di Google è piena quasi per metà dei prodotti di Google stesso: per la precisione, il 41% dei contenuti proposti in prima pagina sono “a marchio”, su un campione di circa 15.000 tra le query più comuni a livello internazionale.
Google e risultati video
Sempre legato all’argomento precedente, recentemente noi di Pro Web abbiamo analizzato circa 3.000 query di ricerca inerenti food e ricette per il mercato US, dove in SERP compariva il Carousel dei video: i dati ci dimostrano che il 96% degli URL che si posizionano tra i primi 3 risultati del Carousel video sono URL di YouTube e solamente il 4% restante appartengono a siti proprietari.
Questo sta a significare che Google predilige inserire all’interno del Carousel i video interni a YouTube rispetto a video caricati su piattaforme diverse, come Vimeo o altri player proprietari.
Questi dati confermano quanto ottimizzare il canale YouTube diventi sempre più importante al fine di comparire tra i Carousel video di Google e non solo: negli ultimi mesi abbiamo visto persino risultati video da YouTube apparire come screenshot in Google Immagini o come risultati organici camuffati, senza l’anteprima del video, direttamente in SERP.