Quando attiviamo un sistema di monitoraggio sul nostro sito web, l’obiettivo primario è sicuramente quello di raccogliere dati utili per comprendere le performance del nostro sito.
Tra i classici KPI che ci proponiamo di registrare costantemente, ad esempio attraverso una reportistica periodica, ci sono sicuramente le sessioni e gli utenti. A volte però, è necessario rinunciare ad una di queste metriche per fare spazio a KPI più legati al nostro business.
Noi pensiamo che le sessioni possano essere un unità di misura più attendibile rispetto al valore degli utenti. Di seguito vi spieghiamo il perché.
Sessioni e Utenti: definizioni
Per motivare la nostra preferenza per le Sessioni rispetto agli Utenti, cominciamo esponendo le definizioni (da guida Google Analytics).
Sessioni (o visite): per sessione si intende il periodo tra la prima e l’ultima richiesta effettuata su un sito web. Dura 30 minuti (dopo 29 minuti di inattività la sessione si chiude automaticamente) oppure scade allo scattare della mezzanotte.
Ogni sessione è caratterizzata dalle azioni che il singolo utente compie in quell’arco temporale (appunto i 30 minuti). Se dopo quel periodo di tempo l’utente selezionerà una voce da menù o comunque richiederà di accedere ad un’altra pagina, allora scatterà una nuova sessione.
Utenti (o visitatori unici): considera il numero di utenti unici che ha interagito col sito in un arco temporale definito. Un singolo utente può aver generato più sessioni nello stesso periodo (ad esempio un mese), ma verrà contato una sola volta nei rapporti. Allo stesso modo, può aver generato sessioni da più canali, ma verrà contato sempre una sola volta.
Quindi la metrica è influenzata sia dal periodo di riferimento, che dalla dimensione che stiamo osservando.
Esempi pratici della differenza tra Utenti e Sessioni
Per farvi testare personalmente come si presentano nelle analisi di tutti i giorni queste differenze, vi invitiamo ad effettuare due esperimenti.
- Variazione della metrica Utenti basata sul periodo di riferimento. Istruzioni:
- Aprire i rapporti Google Analytics su Pubblico > Panoramica
- Impostare il range temporale degli ultimi 3 mesi e trascrivere il numero di utenti e di sessioni riportato su Analytics
- Dallo stesso rapporto, impostare il range temporale mese per mese, trascrivere sempre il numero di utenti e sessioni
- Sommare gli utenti e le sessioni estratte per i mesi singoli
- Confrontare la somma aritmetica con il valore complessivo riportato da Google Analytics.
- Esito del test: la somma aritmetica sarà più alta per gli utenti, ma combacerà per le sessioni, rispetto al dato complessivo estratto da Analytics. Questo perché Analytics riconosce che uno stesso utente ha effettuato l’accesso più volte in un determinato periodo e lo conta una sola volta, mentre le sessioni le conta tutte.
2. Variazione della metrica Utenti basata sulla dimensione applicata. Istruzioni:
- Aprire i rapporti Google Analytics su Acquisizione > Tutto il traffico > Canali
- Scaricate l’Excel della tabella che mostra il traffico suddiviso per i diversi canali
- Confrontate la somma aritmetica riportata su Excel con il valore complessivo riportato da Google Analytics, sempre per utenti e sessioni
- Esito del test: anche in questo caso, la somma aritmetica sarà più alta per gli utenti, ma combacerà per le sessioni. Perché Analytics riconosce che lo stesso utente ha effettuato l’accesso da canali diversi e lo conta una sola volta, mentre le sessioni le conta tutte.
Il calcolo degli utenti appena descritto è possibile tramite l’utilizzo di cookie. Misurazione che generalmente non avviene in modo perfetto per diversi motivi, tra cui:
- Persone diverse che usano lo stesso dispositivo;
- Dispositivi diversi utilizzati dalla stessa persona;
- Reti diverse;
- Browser diversi;
- Browser che non consentono l’utilizzo dei cookie.
Google Analytics offre alcuni strumenti per registrare dati più accurati sulla navigazione cross-device degli stessi utenti, ma sarà difficile ottenere la perfezione.
A questo si aggiungono i sistemi adottati dai diversi browser e sistemi operativi per proteggere la privacy dei loro utenti, i quali prevedono una conservazione dei cookie per un periodo sempre inferiore. Un caso tra tutti è quello dell’ITP 2.1 di Safari.