Da Marzo 2019 Apple ha rilasciato un particolare aggiornamento chiamato ITP 2.1 per il suo browser Safari, sia per la versione desktop che mobile. Senza calarci in dettagli tecnici, possiamo riassumerla come un’operazione volta a combattere l’utilizzo dei cookies da servizi di terze parti, che hanno lo scopo di tracciare il comportamento degli utenti.
Nello specifico l’ITP 2.1 limita enormemente la durata temporale dei cookies impostati dal browser, forzandone di fatto la scadenza dopo 7 giorni.
Verrebbe da chiedersi: Apple sta forse cercando di attuare una manovra anti-tracking a tutela dei propri utenti?
Se così fosse, non ci sarebbe da stupirsi, considerando le recenti dichiarazioni di Tim Cook, secondo cui i dati degli utenti Apple non sono in vendita e che “ogni prodotto Apple è concepito per limitare al minimo la raccolta e l’utilizzo dei dati personali […] fornire trasparenza e controllo sulle informazioni”.
Conseguenze dirette dell’aggiornamento di Safari
Tra le conseguenze più immediate, limitatamente agli utilizzatori del browser Safari, possiamo facilmente identificare:
• Un aumento delle metriche “utenti” e “nuovi utenti”
• Modifiche ai segmenti e alle audience basate sugli utenti
• Il limite di 7 giorni nella finestra di conversione di ADS/Facebook
• Persistenza delle audience di remarketing limitata a 7 giorni
• Persistenza delle varianti erogate in caso di A/B test
• Una limitazione del tracciamento cross-site
All’interno di un sito web, l’entità di queste variazioni è direttamente proporzionale alla percentuale di utenti che utilizzano il browser Safari. Le restanti metriche non legate all’utente, quali ad esempio sessioni, canali di provenienza, eventi, goal non saranno interessate dall’update.
Per quanto riguarda la CRO, cosa cambia con l’introduzione di ITP 2.1?
Tecnicamente, le piattaforme di A/B testing sono colpite dal problema su due piani:
- Custom audience. Spesso i cookie settati dal browser vengono utilizzati per mostrare un esperimento o una personalizzazione ad un solo gruppo di utenti (per esempio “solo quelli nuovi”). Con ITP 2.1 tale operazione non potrà più essere svolta in maniera affidabile. La soluzione sarà costruire audience non sulla base dei cookie, ma su informazioni salvate altrove (LocalStorage è un esempio) e poi passate alla piattaforma via JS.
- Esperimenti. In un esperimento si usano i cookie per tenere traccia degli utenti che vogliamo vedano una specifica versione della pagina. La loro disattivazione dopo 7 giorni porta, quindi, ad una scarsa affidabilità dei risultati che otteniamo. La soluzione proposta da Convert è impostare il cookie dell’esperimento lato server considerando che la limitazione di ITP 2.1 riguarda solo quelli creati dal browser.
Conclusioni: perché non vale la pena di allarmarsi per ITP update 2.1
I mondi della web analytics e dell’advertising hanno subito una forte scossa dall’ ITP 2.1, a dimostrarlo anche la mancata presa di posizione in proposito da parte di big player come Google stesso.
Non dobbiamo allarmarci però e, anzi, bisogna cambiare punto di vista: stiamo seguendo la direzione di una maggiore privacy per gli utenti, un significativo miglioramento di internet. Si tratta di trovare la via di mezzo lungo il tragitto: tutela della privacy da un lato e necessità di raccolta dati – per i marketer – dall’altro.
Continueremo a tenervi aggiornati sulle prossime evoluzioni in merito – pare ci sia già in cantiere un ITP 2.2 – allo scopo di monitorarne gli effetti e minimizzarne l’impatto.