- Qual è a Tuo avviso l’ingrediente magico di una strategia SEO efficace?
Gli ingredienti magici sono lo studio e la costanza nell’aggiornamento, l’autoformazione e la voglia di sperimentare per trovare la giusta alchimia tra i tanti elementi che compongono questa disciplina.
Quando ho iniziato ad occuparmi esclusivamente di SEO ho partecipato e vinto il contest “SEO Training 2012”. Erano in tanti a dire di “non avere tempo” per poter portare avanti una strategia vincente, io ricordo che rientrando a casa la sera, dopo una giornata di lavoro, mi dedicavo a questo progetto fino a notte fonda. Ci vuole passione, e la passione fa sempre la differenza.
- Qual è secondo Te l’errore principale da evitare quando si fa SEO?
Non essere lungimiranti e non avere una visione d’insieme fin dall’inizio del progetto: creare un sito web senza una precisa strategia SEO (e non solo) in mente o senza avere prima chiari precisi obiettivi e KPI da raggiungere è uno degli errori più frequenti.
- Quale sarà il futuro della SEO?
Nessuno di noi possiede la sfera di cristallo ma ci sono diversi indizi che fanno presagire alcuni scenari del prossimo futuro.
Da qualche anno ormai, Google fornisce sempre più risposte e dettagli direttamente in SERP (provate a cercare “Classifica Serie A”, “Meteo Milano” etc.), evitando agli utenti il click e l’atterraggio su un altro sito web.
Ciò significa che i SEO specialist dovranno essere in grado di creare contenuti sempre più interessanti, ed intercettare ricerche più specifiche per fare in modo che l’utente sia portato a visitare il sito, andando oltre la risposta sintetica fornita dal motore di ricerca.
I dispositivi mobili (smartphone e wearable) attraverso la vocal search faranno sì che il web e la SEO Mobile continuino la loro crescita “esplosiva” in termini di traffico proveniente da questo tipo di dispositivi che di incremento e varietà delle query di ricerca su Google.
Le App si potranno scaricare direttamente dalle pagine dei risultati di ricerca e grazie alle “instant app” non verranno più scaricate. A quel punto l’ottimizzazione SEO delle applicazioni (oltre all’app indexing e all’ASO) potrebbe diventare parte integrante del flusso di lavoro di un consulente SEO.
La velocità di navigazione sarà sempre più un fattore fondamentale, lo testimonia la recente diffusione delle pagine AMP sia su Google che su Facebook.
È proprio quest’ultimo potrebbe portare ad un ampliamento dei player in ambito search engine: continuo a vedere il futuro molto Google, ma non sottovaluterei l’intenzione di Facebook di creare un motore di ricerca.
- Come descriveresti il mercato SEO nostrano?
Ci sono due aspetti abbastanza antitetici che caratterizzano lo scenario SEO Italiano.
Da un lato c’è più consapevolezza e conoscenza di cos’è effettivamente la SEO. Questa consapevolezza porta una maggiore competizione che non può far altro che bene al nostro settore.
Dall’altro c’è anche un’eccessiva quantità di contenuti e/o elementi di scarso valore: negli ultimi tempi, a causa degli aggiornamenti di Google Panda, chiunque sappia redigere un contenuto ben scritto ed abbia conoscenza di cosa siano Title e Description afferma di essere un SEO Specialist… bastasse quello!
Credo comunque che sia un’evoluzione naturale già verificatasi in altri Paesi (es. USA) e che dobbiamo accettare perché fa parte di una crescita.
- Qual è a Tuo avviso il corretto percorso di formazione di un consulente SEO?
Fino a 5-6 anni fa, i percorsi formativi ufficiali erano pressoché inesistenti; chi ha iniziato in quel periodo, come me, era principalmente un autodidatta. E questo ha fatto sì che, per selezione naturale, siano sopravvissuti soltanto i più bravi: tra i colleghi che stimo di più ci sono quelli che si sono formati allora. Oggi, invece, esistono iter accademici codificati che possono costituire un buon punto di partenza… ma per diventare un SEO Senior ovviamente servono tanta pratica ed esperienza, nonché voglia di mettersi in gioco!
- Quali sono le principali difficoltà che riscontri nella Tua attività?
Come coordinatore di un reparto SEO, la principale difficoltà è trovare persone davvero preparate. Ecco perché in Pro Web Consulting abbiamo un iter di selezione molto rigido e facciamo anche una grande quantità di colloqui prima di far salire a bordo una nuova risorsa.
Al contrario, non trovo difficoltà nel rapporto con la clientela: se dimostri di essere competente e di lavorare nel loro interesse, il Cliente lo percepisce e si instaura un positivo rapporto di collaborazione e fiducia.
- Quale consiglio daresti ad un SEO junior?
Il mio consiglio è quello di considerare se stessi come la versione beta di un “prodotto”: una fase delicata in cui è bene ascoltare consigli e suggerimenti di tutti con mente aperta. Solo così si può migliorare.
Questo atteggiamento può far bene a chiunque, non solo agli “junior”. Personalmente, cerco di imparare da chiunque abbia un’idea diversa dalla mia, non sottovalutare mai le conoscenze di nessuno, siano essi collaboratori, amici, familiari, clienti, fornitori.