AMP: cosa sono e a cosa servono
Come è noto, la mission di Google è “organizzare le informazioni globali e renderle universalmente accessibili e utili”. In quest’ottica, con il rapido aumento della fruizione di Internet da dispositivi mobile (ormai superiore a quella da desktop a livello globale), Big G è sempre più attenta agli aspetti più critici della navigazione in mobilità in particolare quando impattano sulla qualità percepita dagli utenti, come la velocità di scaricamento delle pagine.
Le pagine AMP nascono proprio per risolvere questo problema che affligge più siti di quanti si pensi, spesso anche di grandi Brand.
Il servizio AMP sfrutta la rete di server di Google, considerata la più ampia e performante del mondo, per fornire un servizio di Content Delivery Network per molti versi simile a servizi come Akamai o CloudFront di Amazon: i contenuti sono ottimizzati e forniti dal server di Google più vicino all’utente che li ha richiesti. La differenza principale è che il servizio di Google è gratuito.
Un servizio simile è quello degli Instant Articles di Facebook che, tuttavia, sono limitati ai contenuti interni al Social Network.
L’implementazione tecnica di AMP è relativamente semplice e l’utilizzo di questo strumento può apportare un incremento notevole in termini di traffico e di visibilità di un sito web. I siti che possono beneficiare di questa implementazione non si riducono ai soli portali editoriali ma si estendono a tutti i siti con pagine di contenuto.
AMP, una nuova tecnologia messa a disposizione da Google da ottobre 2015: il motore di ricerca persegue il proprio dichiarato obiettivo di rendere il web più veloce
AMP: un nuovo strumento per l’online marketing
Le AMP (Accelerated Mobile Pages) sono pagine mobile che si caricano in maniera “accelerata” per favorire la navigazione su dispositivi con prestazioni inferiori rispetto ai desktop.
Questo progetto è stato rilasciato da Google nell’ottobre del 2015 come funzionalità aggiuntiva messa a disposizione dei webmaster.
Se implementate nel modo corretto e se il motore di ricerca ritiene il dominio da posizionare autorevole, in SERP (pagine dei risultati di ricerca) accanto al sito in questione apparirà un fulmine, simbolo che distingue le AMP dai risultati classici (mobile e non).
Gli utenti iniziano a preferire le pagine AMP perché si caricano in media quattro volte più velocemente e utilizzano fino a 10 volte meno traffico dati.
Inoltre, la maggiore visibilità e possibilità di ricevere visite aggiuntive è dovuta alla frequente presenza di in un carosello tra le prime posizioni mobile per le query più ricercate.
Vantaggi sul traffico con le pagine AMP
Google invita all’utilizzo delle pagine AMP attraverso Search Console: di fatto non promette alcun miglioramento del posizionamento o della visibilità dei contenuti.
L’utilizzo delle pagine AMP è principalmente a beneficio degli utenti che preferiranno questi risultati, veloci da caricare e da leggere, piuttosto che quelli “classici”. Essere presenti nel carosello fornisce una posizione di vantaggio rispetto ai competitor, garantendo un aumento di visibilità del sito e un maggior numero di click su contenuti ed inserzioni in pagina.
Nel grafico sottostante mettiamo a confronto il trend delle visite organiche da mobile rispetto alle stesse nella versione AMP di 5 siti editoriali su cui lavoriamo.
Si può notare come il peso delle pagine AMP cresca sempre di più nei mesi: a novembre le AMP rappresentavano il 34% del traffico organico totale da mobile, a gennaio il 47% e ad aprile circa l’82%.
Indubbiamente, i siti editoriali e di news sono stati i primi a comprendere la rilevanza di questa innovazione e i benefici delle AMP, in termini di traffico, click, visibilità e brand awareness. Ma non solo: anche i siti di vendita possono trarne vantaggio.
Chi può utilizzare le pagine AMP? Non solo i siti editoriali
Potenzialmente, qualunque tipo di business online può usufruire dei vantaggi generati dalle pagine AMP. Se per i siti di tipo editoriale le motivazioni sono facilmente intuibili, per gli altri settori occorre uno studio attento delle dinamiche dell’utente.
Ecco alcuni esempi di come i business non basati sull’editoria possono utilizzare le pagine AMP.
- E-commerce: la tecnologia AMP non è ancora in grado di consentire l’acquisto diretto dalla pagina ma può essere estremamente utile per mostrare informazioni essenziali all’utente, come le schede prodotto. A livello tecnico, creare la versione AMP di pagine che già esistono è molto semplice ed economico;
- Siti di ricette: le pagine delle ricette possono essere costruite con tecnologia AMP. In questo caso maggiore sarà la velocità di caricamento della ricetta, maggiore la probabilità che venga scelta rispetto ad altre pagine simili;
- Vendita di prodotti finanziari e consulenza (banche, assicurazioni, studi di avvocati): è bene pensare di creare la versione AMP soprattutto di pagine altamente informative per l’utente. Inoltre, sarebbe utile pensare di realizzare articoli ad hoc per rispondere alle domande specifiche che gli utenti potrebbero porsi relativamente al proprio ambito professionale, il che contribuisce a generare un traffico realmente targettizzato;
- Abbigliamento: le testate giornalistiche di moda già utilizzano le pagine AMP. La visibilità di un fashion brand in SERP sarà maggiore se esso stesso creerà pagine AMP parlando di nuove collezioni e tendenze moda;
- Hotel e viaggi: non è possibile la prenotazione automatica dalle pagine AMP ma una buona soluzione è realizzare dei contenuti relativi alla meta e suggerimenti di viaggio, inserendo un form di contatto per la prenotazione e la richiesta informazioni;
- Edilizia, ingegneria e architettura: anche se questi ambiti si rivolgono ad un pubblico molto verticale, possono essere creati contenuti specifici. Anche in questo caso l’ottimizzazione riguarda principalmente le schede prodotto, ma si potrebbero aggiungere esempi di lavori già effettuati e pagine informative sui materiali e le tecniche di costruzione;
Questo breve elenco, certamente non esaustivo, vuole mostrare come le AMP possono avere benefici in maniera trasversale rispetto alla tipologia di sito e alla industry.
Come valutare l’attivazione di pagine AMP
Prima di parlare di AMP, ogni brand dovrebbe fare un check della propria ottimizzazione per il mobile. Questo vale sia dal punto di vista SEO che dal punto di vista della user experience.
Quattro semplici step possono essere un buon punto di partenza per questa analisi:
- Confrontare il proprio posizionamento con quello dei competitor, cercando i propri prodotti di punta online, da mobile;
- Verificare le performance del sito da mobile, confrontando la differenza tra i dati desktop e mobile attraverso l’account Google Analytics > dal menu di sinistra “Pubblico” > Dispositivi > Panoramica;
- Confrontare i dati mobile con quelli di benchmark del settore di riferimento (ved. tabella seguente)Note sulla tabella: La tabella è disponibile nella sezione: Google Analytics > Pubblico > Benchmarking > dispositivi. Attenzione! Potrete visualizzare i dati solo se avete selezionato la voce “Prodotti e servizi Google” da “Impostazioni Account” e avete autorizzato Google a fornire i vostri dati.. I dati inseriti in tabella sono le medie per alcune categorie di settore che ricevono tra le 1.000 e le 5.000 visite al giorno, quando aprirete la scheda del vostro sito il confronto verrà effettuato con siti della stessa categoria che raccolgono lo stesso numero di visite mensili, quindi i dati potrebbero apparire diversi dalla tabella.
Avere dati peggiori rispetto a quelli della media del settore significa che sono necessarie delle migliorie; - Controllate la velocità di caricamento delle pagine, grazie al tool PageSpeed Insights di Google (gratuito), che fornisce una valutazione delle performance del sito preso in analisi e una serie di suggerimenti per migliorie e ottimizzazioni necessarie.
A questo punto, sarà possibile capire se è necessaria un’ottimizzazione mobile e come implementare eventualmente le AMP.
Fonte: PageTest Tools, strumento di Google.
Prima di implementare le AMP, fate un check della vostra ottimizzazione mobile, soprattutto lato velocità di caricamento.
Implementazione delle AMP
Le pagine AMP devono seguire una specifica struttura HTML open source. Queste pagine, una volta convalidate, vengono memorizzate nella cache AMP di Google per poter essere pubblicate ancora più velocemente.
Se una pagina web presente nei risultati della ricerca ha una versione AMP valida, la ricerca può indirizzare gli utenti che navigano da mobile alla versione AMP nella cache.
In generale, le pagine AMP devono seguire alcune linee guida fondamentali:
- devono essere scritte in formato HTML AMP valido. Ci sono alcune restrizioni sul set completo di tag e funzionalità disponibili tramite HTML, oltre a librerie specifiche. Questo serve per rendere le pagine più leggere e quindi più veloci da caricare;
- Le pagine devono essere rilevabili, ovvero devono essere linkate dal sito principale e viceversa;
- I dati strutturati devono essere gestiti in modo tale da consentire a Google di inserirvi in posizioni strategiche, come nell’apposito carousel dedicato alle pagine AMP.
Google Analytics per le AMP
Per il tracciamento delle pagine AMP in Google Analytics, suggeriamo di creare un’apposita proprietà, o comunque di tener ben distinto il traffico AMP da quello non-AMP in fase di analisi.
È possibile isolare il traffico creando degli appositi segmenti o utilizzando delle viste con filtri specifici.
Di seguito un esempio del segmento da creare.
Note sull’immagine: L’immagine mostra un esempio del segmento per includere solo le sessioni generate dalle pagine AMP, modificando “contiene” con “non contiene” e aggiungendo come filtro il canale “Organic” e il dispositivo “Mobile” potremo creare il filtro opposto, per l’esclusione degli accessi verso le pagine AMP. Nel nostro esempio le pagine AMP sono differenziate attraverso la cartella, nel vostro caso potrebbe trattarsi di un sottodominio e quindi il filtro o il segmento deve essere impostato sulla base del nome host.
La distinzione dei due tipi di traffico è molto importante, perché il traffico generato dalle pagine AMP sarà caratterizzato da una fruizione volatile: molti accessi e performance relativamente basse. L’impatto del traffico AMP su quello totale potrebbe essere molto importante, falsando quindi le statistiche.
Attenzione alla fase di analisi: sempre meglio tenere distinto il traffico AMP e quello non-AMP, isolandoli con gli appositi segmenti.
Conclusioni
Gli accessi da mobile aumentano di anno in anno, superando ad oggi il desktop: oltre il 51% della navigazione avviene da mobile (fonte: Google StatCounter, aprile 2018 per l’ultimo anno).
Se a questo aggiungiamo che buona parte dei siti mobile sono stati creati con l’intento di servire una versione rivisitata del sito desktop e non favoriscono la navigazione all’utente, adottare questa tecnologia può risultare determinante.
Innanzitutto, quindi, bisogna chiedersi se la versione responsive del proprio sito è realizzata in modo ottimale; se la risposta è negativa, le AMP possono essere una soluzione.
Dal punto di vista della monetizzazione, va detto in modo molto trasparente che le revenue da AMP non sono necessariamente maggiori rispetto a quelle derivanti da altri risultati di ricerca. Ci sono, però, casi eclatanti di successo in questo senso: The Guardian avrebbe incrementato del 60% il proprio traffico, grazie ad AMP, con un notevole impatto sugli introiti da adv.
Una buona strategia AMP può essere, quindi, applicata a contenuti non solo editoriali ma trasversali per tipologia e settore: l’essenziale è che ci sia un’analisi puntuale del mercato di riferimento e del proprio pubblico per strutturare la versione mobile del sito e la content strategy nella maniera più efficace possibile.