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La SEO nel 2018: tra novità reali e trend pluriennali

Il digital è uno dei settori dall’evoluzione più rapida: la velocità di obsolescenza – più o meno programmata – di strumenti, canali, strategie e tecniche è davvero alta. Parlando nello specifico dell’ottimizzazione per i motori di ricerca, questo aspetto è ancora più accentuato, basti pensare ai continui rilasci di novità e fine-tuning sa parte di Google: tenersi al passo è assolutamente necessario.

Ecco perché ogni anno, si parte con articoli relativi ai “Trend e previsioni SEO per il 20XX”, calandosi nei panni di Nostradamus digitali capaci di prevedere i topic più caldi del momento. La verità, secondo Pasquale Gangemi, SEO Specialist di lunga data e Head of Operations della società di consulenza digitale Pro Web Consulting, che abbiamo coinvolto sul tema, è che un operatore di settore può utilizzare la propria expertise per interpretare la direzione che i motori di ricerca stanno prendendo e per discernere tra vere novità e “minestre riscaldate” digitali.

Mobile: se ne parla da anni ma ormai è priorità 1

Google ha annunciato ormai da diversi mesi il suo mobile-first index: non è più una supposizione ma una realtà, in un mondo di utenti sempre connessi tramite dispositivi in mobilità, la priorità sono i siti ottimizzati per mobile. Dal punto di vista SEO in senso più operativo, questo si traduce in analisi che riguardano primariamente la versione mobile e in seguito quella desktop.

Need for speed: l’importanza della velocità di caricamento

È già nell’aria: a luglio 2018 Google rilascerà lo Speed Update, un aggiornamento dell’algoritmo specificamente dedicato alla velocità di caricamento per mobile – ricollegandoci al punto sopra – che diventerà uno dei parametri di indicizzazione in assoluto più importanti.

AMP stories, il next step delle Accelerated Mobile Pages

Nell’ottica di rendere i contenuti sempre più fruibili per l’utente, le AMP (Accelerated Mobile Pages) sono state uno strumento premiato e premiante, soprattutto in alcuni ambito come l’editoria e l’informazione. Il nuovo passo di Google sono le cosiddette AMP Stories, ulteriore formato di storytelling ad alto engagement che “scimmiotta” un po’ le soluzioni social.

Le ricerche vocali, una novità… da anni

A chi dice che la voice search sarà il SEO trend del 2018, dico… era già una novità di mercato nel 2009. La verità è che non si è ancora investito abbastanza, in termini di studio e tecnologia, per consentire di sfruttare una fetta di ricerche – quelle vocali, appunto – sempre più ampia.

Local e ottimizzazione di prossimità

Essere presenti sulle mappe non significa essere automaticamente visibili e ben posizionati su di esse. Partiamo da questo assunto per spiegare che le ricerche di prossimità diventano sempre più essenziali per i brand, soprattutto per coloro che hanno punti vendita sul territorio, creando un vero e proprio ponte tra digital e offline. Il Local Listing Management, ad esempio, è certamente materia per SEO: significa farsi trovare non solo sulle mappe di Google My Business ma anche su tutte le piattaforme di geolocalizzazione, come Waze o Yelp, e sulle mappe di tutti i navigatori.

La SEO è morta? Basta epitaffi digitali

La SEO può evolversi ma non morire: fino a quando esisterà il web e ci saranno degli utenti alla ricerca di informazioni all’interno di esso, la necessità di ottimizzare i propri contenuti per renderli più appetibili e farsi trovare sarà un must-to-do. Ovviamente, cambiano le regole e gli strumenti per farlo, ma dire che l’intera disciplina diventerà inutile significa affermare che il web stesso non verrà più utilizzato.

L’evoluzione di Google: motore di risposta

In conclusione, Google non è più un semplice motore di ricerca: in generali, i vari search engines cercano sempre più di essere veri “motori di risposta”, in un universo utente-centrico in cui fornire i risultati più pertinenti, rapidi e qualitativi possibile è il vero mantra.