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Come far decollare una startup del food: 5 consigli SEO

Se state lavorando per far decollare la vostra startup, sapete quanto impegno e quanta attenzione ad ogni dettaglio siano necessari, soprattutto in fase di pianificazione. La SEO – cioè l’ottimizzazione per i motori di ricerca – è certamente un elemento da tenere in considerazione da subito, fin dalla fase di progettazione del vostro sito, sia esso un e-commerce di prodotti alimentari o un portale editoriale di ricette.

È questa la ragione per cui un’agenzia SEO specializzata come Pro Web Consulting fornisce un servizio di consulenza ad hoc per startup, al fine di studiare una strategia specifica per questa tipologia di realtà. La grande differenza la fa l’approccio SEO-first: una startup ha il vantaggio di avere un sito in fieri, ecco perché per massimizzarne la visibilità è fondamentale che questo venga strutturato da subito, ex ante, in una prospettiva ottimizzata, invece di adattarlo ex post (secondo il tipico approccio SEO-compliant).

Stefano Brighenti, Managing Director di Pro Web Consulting, ci fornisce 5 consigli SEO e strategici utili per le startup che vogliano posizionarsi al meglio sui motori di ricerca:

  1. Internazionalizzazione

Una questione sempre più importante per quei brand che si occupano di consumer goods rivolgendosi al mercato globale. La vera domanda è: il vostro e-commerce è posizionato sui motori di ricerca in modo tale che ci sia corrispondenza tra l’edizione del sito e il mercato a cui si rivolge? Se la risposta è no, avete un problema di internazionalizzazione. Accade di frequente quando avete più edizioni in inglese dedicate a Paesi diversi e, ad esempio, la versione UK si posiziona anche in India al posto dell’edizione dedicata. È importante affrontarlo per evitare incoerenze nelle valuta e nelle condizione di spedizione presentate per ogni singolo Stato e, soprattutto, per scongiurare cannibalizzazioni di traffico organico tra un’edizione e l’altra.

  1. L’importanza dei contenuti

Ormai è una regola risaputa sul web: “content is king”. Questo perché, per interpretare e indicizzare il contenuto di qualsiasi sito, Google ha bisogno di avere testo a disposizione, che sia sufficiente da un punto di vista quantitativo ed efficace dal punto di vista qualitativo. Se i siti editoriali di norma non hanno criticità da questo punto di vista, spesso gli e-commerce, soprattutto di ambito food, non danno la giusta importanza al ruolo dei contenuti: non bastano due righe per descrivere genericamente una categoria di alimenti, è necessario avere un testo appropriato, che superi le 200-300 parole, suddiviso in paragrafi e organizzato in modo tale da dare informazioni utili e concrete all’utente. Solo così si può essere premiati dai motori di ricerca, perché giudicati attendibili e autorevoli sull’argomento.

  1. Homepage di categoria, duplicazione testi e schede prodotto

Collegandosi al punto precedente e continuando a parlare di e-commerce, è bene ricordare che ci sono una serie di problematiche comuni, che si ricollegano proprio alla presenza di testo e alla sua tipologia. Innanzitutto, è bene assicurarsi una corretta strutturazione delle homepage delle varie categorie di prodotti: attenzione a suddividerle in modo chiaro, utilizzando termini calzanti e con buoni volumi di ricerca, e non aggregando prodotti in modo arbitrario o poco coerente (ad esempio “Oli e condimenti” potrebbe avere senso, mentre “Oli e confetture” è un abbinamento che nessun utente cercherebbe mai). Per siti che rivendano prodotti non a marchio proprio, è bene prestare grande attenzione al fatto di non avere testo duplicato e di non riproporre descrizioni comuni ad altri portali. Riguardo le schede prodotto, se la propria gamma è molto ampia, bisognerà ricorrere a una corretta attività di SEO On-site e Off-site per riuscire a posizionarle tutte.

  1. App indexing

I device Mobile e le App diventano sempre più una fonte di traffico di qualità e fortemente orientato alla conversione. Intercettarlo è essenziale per una startup, quindi è buona regola prevedere da subito la versione mobile-friendly del proprio sito e un’App dedicata. Forse non tutti sanno che anche le App possono essere indicizzate e mostrate ai potenziali utenti in base alle loro query di ricerca: l’App Indexing consente, infatti, sia di migliorare la visibilità dell’App sugli store in modo tale da far aumentare i download sia di promuovere l’uso dell’applicazione tra gli utenti già esistenti.

  1. Differenziazione

Nell’ansia di generare metriche per i round successivi di investimento le startup si dimenticano di coprire anche i canali di marketing che rendono economicamente sostenibile e scalabile il proprio modello: spesso si tende a considerare come secondaria l’attività SEO proprio perché rappresenta un investimento sul medio/lungo periodo – a causa del suo periodo iniziale di incubazione – quando invece dovrebbe essere un elemento da considerare fin dalla fase di progettazione del proprio prodotto digitale.

Questo anche in un’ottica di differenziazione del proprio traffico: investire il proprio seed in un unico canale rappresenta un rischio non indifferente per il modello, tendenzialmente fragile, di una startup.

Una delle più recenti case history di Pro Web tra le startup dell’ambito food è GreekFlavours, giovane realtà nata nell’ottobre 2015 che si pone come obiettivo la diffusione in Europa e nel mondo di eccellenze dell’enogastronomia greca. L’e-commerce ha investito in 3 asset essenziali: l’alta qualità dei prodotti, con un occhio di riguardo ai trend più ricercati dai consumatori del momento – biologico, vegetariano, vegano, senza glutine, senza zucchero e kosher – l’efficienza delle spedizioni, garantite in 48h a livello paneuropeo tramite corriere, e l’aver puntato sulla SEO fin dalla fase di progettazione e strutturazione del sito.