Questo mese, con il nostro Digest, ci destreggiamo fra gli strumenti di automazione delle piattaforme di marketing più tradizionali e gli strumenti, adottati invece dai social 3.0, per risultare ancora più competitivi nell’intercettazione di traffico qualificato orientato alla conversione. Continua a leggere per saperne di più.
Le liste Customer Match acquisiranno più importanza
Se ti occupi di Online Ads, le potenzialità del Customer Match in quanto strumento che consente di utilizzare dati online e offline per il remarketing sulle proprietà Google (Search, Shopping, Gmail, YouTube, Display) non saranno per te nuove. Saprai anzi molto bene quanto questo tool si riveli utile sia per le campagne di brand awareness sia per l’aumento delle conversioni, poiché consente di ottimizzare le campagne aggiustando le offerte in base alle informazioni di cui disponi in merito all’attività dei tuoi clienti.
Pertanto non ti stupirà la decisione di Google di spingere, molto di più che in passato, le liste Customer Match. Esse potranno infatti essere usate, a breve, in associazione con lo Smart Bidding e/o il targeting ottimizzato. Esisterà comunque sempre la possibilità di disabilitare questa opzione automatica a livello di account (per farlo vai su Impostazioni > Customer Match e togli la spunta a Usa tutte le liste Customer Match nello Smart Bidding e nel targeting ottimizzato); potrai inoltre rimuovere liste specifiche che tu non voglia includere in questo tipo di targeting.
Ma ai marketer piacciono gli strumenti di automazione?
A proposito di automazione delle campagne, aspetto di cui le liste Customer Match non sono che una delle tante sfaccettature, un sondaggio condotto da PPCsurvey.com ha evidenziato l’alto grado di utilizzo degli strumenti di IA da parte dei marketer: il 78% degli intervistati (su un totale di 500 specialisti PPC da tutto il mondo) testimonia infatti di aver utilizzato la funzione di applicazione automatica dei consigli, il 95% ha implementato positivamente il tCPA e addirittura il 97% dice di utilizzare abitualmente gli annunci di ricerca responsivi.
Il vasto ricorso a questi strumenti, però, non va sempre di pari passo con la soddisfazione; in particolare, fra gli strumenti precedentemente elencati, quello più deficitario risulta essere il primo, con l’83% degli intervistati che dichiara di non trovarlo soddisfacente. Tasso di apprezzamento basso anche per la scheda Recommendations, che totalizza il 63% dei dissensi, fondati in particolar modo sulla scarsa flessibilità dello strumento e la sua troppo netta convergenza verso lo smart bidding, i broad match e gli aumenti di budget che ne derivano.
Al di là del rilevare il polso della situazione attuale, comunque, il sondaggio mirava anche a raccogliere l’opinione degli intervistati su quelle che, a loro parere, fossero le aree prioritarie di miglioramento. È così emersa soprattutto la necessità di migliorare i parametri di riferimento per la misurazione delle performance al di là di valori tradizionali come conversioni o revenue, includendo invece fattori più complessi come il margine di profitto e la Lifetime Value. Altro punto dolente sono, per molti, gli strumenti di tracking, sui quali non sembra ancora essere stata raggiunta una quadra dopo l’introduzione delle nuove policy di tracciamento senza cookie di terze parti.
Nel frattempo, su TikTok: i Dynamic Showcase Ads
Concludiamo il nostro Digest con un consiglio che riguarda invece la piattaforma preferita dei più giovani, TikTok, e in particolare i suoi Dynamic Showcase Ads (DSA). I DSA sono videoannunci personalizzati creati, in tempo reale, sulla base di un template che si nutre dei dati provenienti da un catalogo di prodotti. Funzionano in modo simile ai Dynamic Product Ads, utilizzati per promuovere liste di prodotti piuttosto consistenti su social come Instagram, Facebook e Snapchat; analogamente ad essi, i DSA servono, oltre che per costruire la brand awareness, per aumentare le vendite andando a intercettare un target di potenziali clienti interessati recuperando potenzialmente, con la retargeting, anche i visitatori persi su altri canali.
Si tratta di una modalità pubblicitaria molto immediata, rapida e semplice da utilizzare, perché è sia personalizzata sia automatizzata: personalizzata perché eroga contenuti rilevanti a utenti specifici (cioè in linea con un determinato profilo di interessi e comportamento di acquisto), automatizzata in quanto appunto creata a partire da dati già presenti sulla piattaforma. I template predefiniti sono inoltre pensati per integrarsi armonicamente con il normale flusso di video della piattaforma: in questo modo risultano anche visivamente efficaci, ma soprattutto non invasivi.
Come abbiamo accennato, presupposto imprescindibile per la creazione dei DSA è la presenza di un catalogo prodotti caricato sull’Ads Manager. Una volta fatto ciò, sarà possibile creare o generare video per pubblicizzare i prodotti, ricordandosi naturalmente di inserire il Pixel di tracciamento di TikTok sul proprio sito prima della pubblicazione. Le risoluzioni accettate per i video sono le seguenti:
- 720 x 1280 pixel
- 640 x 640 pixel
- 1280 x 720 pixel
I formati permessi sono invece MP4, MPEG, MOV e AVI. Per quanto riguarda i costi delle campagne, questi dipenderanno come di consueto da un mix di fattori come budget, durata, obiettivi di campagna, CTR; ricorda invece che TikTok richiede un budget minimo di 50$ a livello di campagna (20$ a livello di annuncio).