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5 consigli SEO per StartUp

Il web è sicuramente un terreno fertile per tutte le startup digitali che vogliano farsi strada sul mercato: oltre a una buona conoscenza delle dinamiche del marketing in generale, e del web marketing nello specifico, è bene che gli startupper comprendano l’importanza di essere visibili sui motori di ricerca. Stiamo, quindi, parlando di SEO, cioè la “scienza” dell’ottimizzazione per i motori di ricerca.

Trasversale per settore di business e tipologia di sito, la SEO è essenziale tanto per gli e-commerce di fashion e food, quanto per i portali editoriali di ricette o news, così come per le APP e i servizi più innovativi. Ma come posizionare il proprio portale in maniera ottimale? Stefano Brighenti, Managing Director di Pro Web Consulting, agenzia SEO specializzata nel posizionamento sui motori di ricerca, con un focus sulla consulenza e sulla formazione, anche per startup, ci fornisce 5 consigli per una strategia vincente.

  1. Approccio SEO-driven e User-first

È il caposaldo del nostro modus operandi e, per una startup, è ancora più essenziale e naturale. Infatti, il vantaggio è di poter lavorare su un sito da strutturare da zero o ancora in fase di definizione: avere un approccio SEO-driven significa operare da subito, ex-ante, in chiave SEO, il che è molto più efficace che ottimizzare ex-post (SEO-compliant). Per User-first, invece, si intende la possibilità di popolare il sito di contenuti efficaci e interessanti per gli utenti, grazie alla search intelligence, cioè il monitoraggio di keyword e volumi di ricerca in determinati periodi, per definire trend topic ad hoc per ambito, mercato e time-span;

  1. Portali multi-lingua e multi-country

Quello dell’internazionalizzazione è un tema sempre più caldo in un mercato globalizzato. Una stratup che, ad esempio, voglia commercializzare e spedire in tutto il mondo dei prodotti di eccellenza Made in Italy dovrà affrontare diverse sfide non solo a livello logistico ma anche sui motori di ricerca. Accade di frequente che, se un sito multi-lingua non è strutturato correttamente, ci siano errori di coerenza tra edizione locale e lingua di rifermento. Ad esempio, la lingua inglese dedicata al mercato UK – con tutte le specifiche geolocal a livello di valuta e costi di spedizione – vengano visualizzate anche dagli utenti anglofoni di altre aree, come gli Stati Uniti, l’India o l’Australia, con conseguenze negative sia per l’utente sia a livello di traffico. Attenzione, quindi, a operare in modo tale da scongiurare cannibalizzazioni di traffico organico tra diverse versioni linguistiche dello stesso sito;

  1. Contenuti di qualità, categorie e duplicazioni

Google ha bisogno di testo da “metabolizzare”, tra le altre cose, per valutare la bontà di un sito: ecco perché il contenuto è sempre più importante. Fondamentale che sia di alta qualità, scritto seguendo le best practice dell’ottimizzazione in merito a lunghezza e uso delle keyword, e che sia del tutto originale. Infatti, la duplicazione dei contenuti è una delle pratiche più mal tollerate da Google. Ad esempio, per chi rivende prodotti di altri è necessario verificare di non pubblicare le stesse descrizioni proposte da siti analoghi o dalla stessa casa madre.

Un altro problema spesso riscontrabile, soprattutto nei siti di e-commerce, è l’assenza di testo nelle pagine di categoria: al contrario, questo è imprescindibile, tanto più che le keyword che fanno maggiori volumi di ricerca in qualsiasi ambito sono, tendenzialmente, quelle che fanno capo alle macro-aree di interesse, le categorie merceologiche appunto. E non è tutto: è bene dare un naming sensato alle categorie anche a livello più UX, evitando di accorpare prodotti che nessun utente cercherebbe mai insieme (ok a “Guanti e sciarpe”, da evitare “Sciarpe e calzini”, per intenderci).

  1. Ottimizzazione per Mobile e App

I dispositivi mobili e le App sono una fonte considerevole di traffico di qualità: infatti, spesso l’utente che cerca un servizio, un locale o un prodotto da mobile è più orientato alla conversione. Comprendere questa dinamica e intercettare il proprio target alway-on è importante per ogni marchio, ma ancor di più per una startup: per questa ragione è bene pensare subito al proprio sito anche in versione responsive e sviluppare una App ad hoc per il proprio servizio. Le App possono essere ottimizzate, ossia indicizzate e mostrate ai potenziali utenti in base alle loro query di ricerca: l’App Indexing consiste, infatti, nel migliorare la visibilità dell’App sugli store per favorirne il download e nel promuoverne l’uso tra gli utenti che l’hanno già installata.

  1. Differenziazione dei canali

Chiudo con una considerazione meno tecnica e più strategica a livello di business plan: spesso le startup reputano la SEO un’attività secondaria, trattandosi di un investimento che non dà frutti nell’immediato ma sul medio-lungo termine. In realtà, dovrebbe essere considerata essenziale fin da subito, perché è uno dei canali che fornisce il maggiore ROI nel tempo. La differenziazione del proprio traffico è la chiave: farsi guidare esclusivamente dalla fretta di generare metriche per i successivi round d’investimento oppure concentrare gli investimento su un solo canale è rischioso per un modello di business ancora acerbo come quella di una startup.